Evoluzioni – Dallo smartphone alla poesia

Ho sempre sostenuto che la vera poesia è quella che rimanga a dimora del tempo, che lascia un segno dopo di noi, la poesia è un’anima viva custode delle nostre emozioni e nostri pensieri.

Un concetto che con l’avvento della scrittura digitale è stato fortemente defraudato. Me compresa sono stata tentata dalla scrittura digitale affidandomi a essa ho permesso ai miei versi venissero scritti da. Una poesia distorta e non vera, o coerente con quanto l’autore sentisse realmente. Il pensiero viene distorto così la vera identità della poesia: non coerente in quanto risente delle influenze della tastiera.

La facilità di azione, ha tratto in inganno, tanto che una volta scritte mi sono trovata davanti a un muro: che fare ora? Avevo il terrore di perdere il telefono che le applicazioni smettessero di funzionare e tutto il lavoro andasse perso.

Venni sopraffatta da questo assillante pensiero che le poesie potessero andare perse. Così di tanto in tanto collegavo il telefono al PC e scaricavo le poesie al riparo sul computer. Maturò l’idea di misurarmi con le due tecniche: quella digitale e quella cartacea. Così decisi di pubblicare un libro ove fossero raccolte solo poesie scritte dallo smartphone, e non avessero subito correzioni per far capire che spesso ciò che si scrive viene distorto altre volte inteso.

Il discorso è molto ampio. Secondo me la scrittura digitale non potrà mai essere vera quanto quella che ci consegna carta e penna. Come ho già detto essa ci è in qualche modo suggerita; inoltre il lascito in materia di documento scritto, cioè che viene consegnato dalla carta ha valore che nel tempo si rivaluta, al contrario di quanto accade per gli smartphone che nel tempo si svalutano. Tutte presupposizioni e deduzioni, che originano da ciò che ho appreso dalle due tipologie di scrittura.
Titolo del libro: Evoluzioni, autore Gina Scanzani, pubblicazione Lampi di Stampa, genere poesia

Spero sia utile e istruttivo a molti, ma soprattutto di esempio.
Gina Scanzani